SUN AND THE WOLF – Salutations

Richiami allo shoegaze più evoluto. Fumi narcolettici e ritmi relax con un forte richiamo alla melodia. Nati da dei Jesus and Mary Chain più sdolcinati e cresciuti con Brian Jonestown Massacre, Black Rebel Motorcycle Club e Soundtrack of Our Lives, i Sun and the Wolf confezionano un prodotto delicato e convincente. Registrato al Voxton Studio di Berlino, “Salutations” vede in formazione ex membri di The Have, band neozelandese che ha riscosso un leggero successo commerciale grazie ad alcuni passaggi televisivi nazionali che hanno fruttato ben tre inviti al SXSW di Austin, Texas e due album di lunga durata. Dalla ceneri prettamente retro garage della band che li potevano avvicinare ai loro compaesani The Datsuns, il frutto che abbiamo nelle nostre mani oggi è qualcosa di leggermente più orientato verso ascolti più ampi.
“Settle Down” conferma la capacità di Brodie White e Peter Mangan di creare trame convincenti con le chitarre; con “Into This Mess” l’affondo verso il raga rock dei Sessanta è completo e “Never Sorry” ci propone genuine relics lennoniane che non smorzano la dolcezza che pervade l’intero lavoro. Le voci sono spesso sussurrate e non forzano mai la mano in direzione dell’aggressività. Spesso gli arrangiamenti ricorrono a delicati tocchi di effettistica retro come gli assoli rovesciati di “All We Need” o i suoni in loop nell’intro di “The Fisherman” che dimostrano assoluta accuratezza in ogni fase di realizzazione del disco. Anche se le radici non sono del tutto smorzate come emerge dalla robusta “Why Are We Not Fading”. Alla fine della fiera “Salutations” si dimostra essere un disco completo e maturo. Non una festa del secolo, ma un piacevole party tra amici.

Eugenio Di Giacomantonio