SUN RIDER – Fuzz Mountain
I Sun Rider da Dordrecht, Olanda, sono un perfetto e riuscito connubio tra l’heavy metal psichedelico degli Orange Goblin e il songwriting Seventies di gruppi come Radio Moscow, Blues Pills e gli ormai defunti Prisma Circus. I sette pezzi di questo “Fuzz Mountain” macinano riff su riff senza cedimenti. Hanno un qualcosa di classico che potrebbe riportare alla mente (e ai gradimenti diffusi) Wolfmother e Rival Sons, se non fosse per l’ugola infuocata di mr. Philippo (!) che con ferocia non fa concessioni alla melodia. I primi tre pezzi sono letteralmente infuocati.
Avete presente la mina che vi è scoppiata in testa al primo ascolto di “Frequencies from Planet Ten”? Bene, i Sun Rider riescono a riproporci la stessa magia. E con “High Priestess of the Moon” ritroviamo un calore ZZ Top a grana fine. Le corde si allentano verso “Deep Space Blues” che, come suggerisce il titolo stesso, è un viaggio al termine dell’universo in bassa battuta. Il finale di “Roadking” e “Escape to Fuzz Mountain” prevede l’ultimo sprazzo di urla ferine e il rituale magico dell’abbandono. Sitar e incenso introducono l’ultima galoppata in perfetto stile chitarristico di Josh Homme e il rito acclamatorio verso la fuzz mountain è concluso. Forse è un po’ esagerato ma è coerente che, come dicono le loro note introduttive, Sun Rider actually brings something new to the table.
Eugenio Di Giacomantonio