SUN ZOOM SPARK – Transmissions from satellites volume one

E’ davvero originale l’idea che hanno avuto Steve Goetz e Eric Johnson, alias Sun Zoom Spark: registrare ore ed ore di jam improvvisate solamente con basso e batteria e poi fare uscire due dischi con le stesse ritmiche ma curati in modi diversi da ognuno dei due. Questa piccola saga ha avuto dunque inizio con il primo volume, curato da Johnson, il quale oltre che alla batteria si diletta con chitarra, flauto, moog e percussioni. Ciò che ne viene fuori è un sound magmatico e astratto, puro rock psichedelico che ricorda le fasi più stralunate di Outskirts Of Infinity e Bevis Frond (non a caso lo stesso Nick Saloman ha paragonato il groove sprigionato dalla band alle esperienze passate di vecchie glorie psych come The Yellow Pages e The Hook).
Ma i Sun Zoom Spark non sono certo i primi arrivati, sono ormai in giro da una decina di anni e le esperienze accumulate (ad esempio la collaborazione con i Black Sun Ensemble di Jesus Acedo) si fanno sentire. Rock astrale e jam in piena libertà d’espressione sonora, costruzioni progressive e parentesi ambient, le fughe si susseguono l’una dietro l’altra (“El corazon”, “Hey Steve, can you run fast?”), con chitarre che passano dal garage (“Donwtown”) allo stile hendrixiano (“Valley of the shadow”) fino ad essere affilate e taglienti (“Over the mountain”). Le atmosfere oniriche di “Blues for the shifting sands” fanno davvero volare, tanto quanto i sapori latini di “Soul patch”, mentre i delicati inserti di flauto in “Zolla” e “Rock you” conferiscono un tocco lieve al tutto. Poche le parti cantate (ironiche quelle presenti in “King of the hip hop swing”, allucinate quelle di “Just like the sunset”), ciò che predomina è la voglia di improvvisare e perdersi in fumose jam dove l’unico canovaccio da seguire è quello scritto nella propria mente.

Un bel trip questa prima parte del nuovo esperimento targato Sun Zoom Spark. Non ci resta che aspettare in trepida attesa il secondo capitolo firmato Steve Goetz per vedere fin dove arriva la verve libertaria che anima questi signori musicisti…

Alessandro Zoppo