TARAS BUL’BA – Incisione

Davvero un gruppo strano i milanesi Taras Bul’Ba, a partire dal nome (personaggio di un romanzo classico di Gogol). È un complimento, ovvio, perché di band simili ce ne sono davvero poche. Nati nel 1996 e già con diverse uscite alle spalle (due cd autoprodotti tra il 2000 e il 2002), è stata la Wallace Records a spianare loro la strada del full lenght ufficiale dando alle stampe “Incisione”. Otto brani completamente strumentali da assaporare tutto d’un fiato, senza far tanto caso a titoli o riferimenti. Già, perché i Taras (Roberto – batteria -, Andrea – chitarra – e Roberto – basso -) amano trascinarsi (e trascinarci) in un gorgo oscuro grazie ad un sound d’impatto, nervoso, isterico, a tratti angosciante.Vengono percorsi i sentieri battuti in passato da gruppi come Shellac, Don Caballero, Scorn o Jesus Lizard. Prevalgono ritmiche sincopate, riff notturni, atmosfere liquide ed altrettanto rabbiose. Basta dosare in parti uguali il noise, le asprezze progressive e la franchezza dell’hardcore (o anche la complessità del post core, o anche quello che vi pare). L’importante è sottolineare come ciò che risulta sia un muro sonoro teso e vibrante, tutto scossoni, momentanee stasi ed inquiete ripartenze.
Si perde un pizzico di immediatezza ed incisività di songwriting nel fluire dei suoni (nel senso che spesso si fatica a distinguere tra un brano e l’altro), ma crediamo sia una precisa intenzione dei tre. La volontà di coprirci, di avvolgerci con un suono denso e corposo, articolato ed ipnotico. Tanto astratto da risultare maledettamente psichedelico. In questo i Taras Bul’Ba ci riescono in pieno e ci colpiscono dritti nel cuore. Da seguire con grande attenzione.

Alessandro Zoppo