TAURA – Promo 2002

Ancora stoner rock e ancora una volta dall’Argentina: dopo il successo colto dai precursori Los Natas e l’ondata capitanata da band come Buffalo, Santoro, Gonzalez e Cruevo, è la volta dei Taura, recensiti (purtroppo…) con notevole ritardo rispetto alla data di uscita di questo promo (il 2002).
Quanto fatto ascoltare da Alejo (batteria), Chaimon (voce), Leo (basso) e Santiago (chitarra) conferma l’ottima vena che ispira i gruppi argentini: stoner rock diretto, carico di riff possenti ma mai banale, imperniato su melodie efficaci e testi cantati in lingua madre. Anche la registrazione e l’artwork sono validi ed altamente professionali, nessuna sbavatura quindi, a dimostrazione di uno stato di forma che da diversi anni ormai contraddistingue la scena heavy psych del paese sud americano.

L’inizio affidato a “Correcaminos” mette subito in chiaro di quale pasta siano fatti i quattro: stoner fuzz rock sparato a mille, drumming forsennato e la voce di Chaimon ad emergere per versatilità e potenza. “Jenìzaro” si indirizza invece su binari più strambi e contorti, come a voler assimilare la lezione che i padrini del nuovo rock sghembo e deviato (leggi Queens Of The Stone Age) stanno impartendo a generazioni di musicisti. A chiudere il dischetto (oltre una stranissima ghost song techno…) troviamo “Muelle”, il pezzo più psichedelico del lotto: sostenuto dal groove delle ritmiche e dai wah wah di Santiago, è l’episodio migliore di tutto il lavoro per varietà stilistica, capacità strumentale e ricerca melodica.

Altra grossa sorpresa questi Taura, che l’Argentina abbia davvero sorpassato la Svezia come nuovo Eldorado dello stoner?

Alessandro Zoppo