TELSTAR SOUND DRONE – Comedown

Strana storia quella dei Telstar Sound Drone. Nascono nel 2007 per volontà di Hans Beck (batterista dei Baby Woodrose), il quale coinvolge l’amico Mads Saaby nel collettivo transmediale Les Aprés l’Amour Sonnes: il progetto è sonorizzare vecchi film educativi. Curioso. Con l’arrivo di Sean Jardenbæk la formazione si trasforma in Telstar Sound Drone, ma dopo un EP e l’esibizione al festival di Roskilde problemi personali mandano in frantumi la band. Beck resta solo e grazie all’interesse della Bad Afro registra comunque il 7″ “Mirror Pieces”. È il 2011 e il buon Hans si ritrova nella creatura di Lorenzo con il vecchio sodale Mads, il primo alla batteria e il secondo alla chitarra. Con il ritorno di Sean il gruppo si riassesta e ci regala questo “Comedown”, compendio di psichedelia liquida e acidità paralizzanti. Rispetto ai Baby Woodrose i Telstar Sound Drone tralasciano le componenti garage e flower power, focalizzando l’attenzione su un lysergic rock espanso e mellifluo. Il risultato è a dir poco sorprendente: le sette canzoni proposte scorrono trascinanti e solari, tra fughe sognanti, reiterate ritmiche circolari, vocals aggraziate e chitarre graffianti. Collaborano al tutto il misterioso Hobbitten (Spids Nøgenhat), Christian Norup (Highway Child) e Kåre Joensen (Baby Woodrose). Per la serie: alla Bad Afro le cose si fanno per bene. Apre le danze “Through the Back of Your Head”, potenziale hit da raduno hippie. “Satellited” ha un approccio space gentile e vaporoso, “Feels Like a Ride” è un rito che rinnova lo spirito dei Velvet Underground in chiave Black Angels e Dead Meadow. E la personalità nella rilettura non manca affatto, anzi. L’iniziezione acustica di “Now See How” ne è fulgido esempio. Tra Loop e Sun Dial, “Evaporation” pigia sull’acceleratore per poi aprirsi in un vortice da autentico sballo; “Lost Our Love” sembra la colonna sonora di un musical che porta il paganesimo a Hollywood; la conclusiva “Cabin Fever” segna il definitivo abbandono del corpo nell’estasi totale del rock psichedelico.
Abbiamo aspettato sei anni per ascoltare “Comedown” ma ne è valsa veramente la pena. Con questo disco i Telstar Sound Drone entrano in grande stile nel cuore di chi l’acid rock lo ama sul serio.

Alessandro Zoppo