TELSTAR SOUND DRONE – Magical Solutions to Everyday Struggles

Ascoltare “Magical Solutions to Everyday Struggles” è come camminare su una nuvola. Dopo l’illuminante esordio “Comedown”, il secondo lavoro dei Telstar Sound Drone conferma tutte le qualità della band danese. Un sound capace di passare con disinvoltura da atmosfere liquide, soffici ed eteree a sgroppate tese, selvagge e altamente psicotrope. È ormai un marchio di fabbrica in casa Bad Afro: prendere la psichedelia e maneggiarla con cura certosina, sempre un passo prima di cadere nella maniera. Sembra facile, eppure non è cosa da poco.
I Telstar Sound Drone sono dispensatori di cure per un mondo migliore. Hanno registrato questo disco nell’arco di quattro mesi, isolati all’interno di un piccolo e buio rifugio antiaereo risalente ai tempi della Seconda guerra mondiale. Giorni e notti passati a scrivere e incidere, in uno spazio-tempo tutto loro, che dribbla la claustrofobia paranoide del contesto e trasforma il loro psychedelic rock in un incrocio di shoegaze e drone. I feedback regnano sovrani, complici le presenze di ospiti speciali come Hobbitten (Spids Nøgenhat, ex On Trial) alla chitarra, Christian Norup (Bite the Bullet) al basso e Kåre Joensen (Baby Woodrose) tra basso e synth, che si sono affiancati al nucleo della band composto da Sean Jardenbæk (voce), Hans Beck (batteria) e Mads Saaby (chitarra).
Dalle movenze sinuose di “Drugs Help” (mai titolo fu più eloquente) e “Something I Can’t Place” ai soundscapes dipinti in punta di electro beat da “Your Finger Stirs the Liquid Moon”, “Magical Solutions to Everyday Struggles” è un susseguirsi ininterrotto di emozioni profonde, che culminano nell’estasi di “Dark Kashmir”, il miglior brano del lotto nonché una delle più sublimi composizioni psych ascoltate negli ultimi tempi.
È così che “Closer Again” e “Strange Apples” incrociano asperità space e delicatezze pop, “Mad Seeds” e “Dead Spaces” martellano con riff sospesi nel vuoto, dilatazioni cosmiche e armonie da apocalisse. Un pianeta che ci sembra quasi migliore quando arriva la conclusiva “Lean Down on White”, nenia che ci culla dolcemente verso la fine e un nuovo inizio.
Incredibile come i Telstar Sound Drone siano assenti dalle line-up dei più importanti festival internazionali dedicati al genere. Le loro soluzioni magiche per battaglie quotidiane sono manna dal cielo per le nostre sinapsi.

Alessandro Zoppo