TERRA TENEBROSA – The Purging

Dalle fredde lande scandinave ritornano i Terra Tenebrosa con “The Purging”, che segue a due anni di distanza il buon album d’esordio, “The Tunnels”. Le atmosfere sono quelle del primo disco, a tratti esoteriche a tratti opprimenti, mefitiche, miasmatiche. Muovendosi in bilico tra sludge, post-metal, noise, industrial e più propriamente sperimentazione, il trio di Stoccolma riesce a comporre un affresco tanto bello quanto inquietante e sinistro. La partenza vera e propria del disco è “The Compression Chamber”, un post-metal angosciante debitore degli onnipresenti Isis. “Black Pearl in a Crystalline Shell” continua su questo stesso solco, rincarando la dose atmosferica, rendendo il tutto più apocalittico.”House of Flesh” con i suoi toni marziali e voci maligne incute terrore e mette in mostra una delle venature migliori dei Terra Tenebrosa. “The Nucleus Turbine” potrebbe benissimo far da colonna sonora a un paesaggio urbano devastato, si lascia andare in una lunga divagazione industrial. Lo stesso che in linea di massima succede nella title track, dove alle pulsioni industrial si accodano quelle noise, rendendo il pezzo stridente e astratto. “Terra Tenebrosa”, il vertice del disco, è sorretta lungo tutta la sua durata da un prezioso quanto melanconico arpeggio di chitarra, che entra in contrasto con le voci demoniache degne di una sinfonia del terrore più puro. “At the Foot of the Tree” è un intermezzo dark ambient che prelude a “Disintegration”, pezzo più adrenalinico di “The Purging”, e forse anche per questo il più anonimo. La chiusura è affidata al drone maligno di “The Reave”. Un’altra prova valida per i Terra Tenebrosa che mantengono buono il livello qualitativo della loro produzione.

Giuseppe Aversano