THE DOLLY ROCKER MOVEMENT – Our Days Mind the Tyme

Uno dei migliori dischi di inizio 2010 arriva dalla premiata ditta Bad Afro Records, sempre un passo avanti quando si parla di rock psichedelico. Dopo due ottimi album usciti nel 2006 (l’esordio ‘Electric Sunshine’ e ‘A Purple Journey into the Mod Machine’), l’etichetta danese mette sotto contratto gli australiani The Dolly Rocker Movement, autentica folgorazione per chi ama tutto ciò che va dal rock’n’roll classico al garage degli anni 60, passando per l’acid rock, sussulti freakbeat e delicate impennate folk versante West Coast. Immaginate il suono dei 13th Floor Elevators fuso con le fatate melodie di Simon & Garfunkel; la psichedelia barocca dei Love e le derive folli dei Brian Jonestown Massacre; le pennellate acustiche di Donovan e quelle inacidite di Syd Barrett; i Nuggets ed il Paisley Underground. Questo è ‘Our Days Mind the Tyme’ e questi sono i Dolly Rocker Movement, cinque persone fuori dal tempo, per questo così ammalianti e coinvolgenti.Brani quali “The Only One” e “Coffin Love” sono delizia per le orecchie, caratterizzati come sono dalle ritmiche frizzanti di basso e batteria, dall’effetto straniante prodotto dalle tastiere, dalle chitarre semplici e graffianti e soprattutto dall’ugola magica di Dandy Lyon, uno di quei cantanti che per voce e capacità di scrittura (bellissimi i suoi testi) fa davvero la differenza. “A Sound for Two” ricorda gli Stranglers di “Golden Brown”, mentre “Sold for Sinners” riecheggia i primi On Trial e “My Heavenly Way” sembra un omaggio diretto ai Baby Woodrose. Attenzione però: non è puro calligrafismo. È una passione vera, sincera. Che si traduce in una composizione fluida e cristallina, dalle cavalcata garage di “Borne with Gills” e “Memory Layne” ai passaggi acustici di “Enjoy a Paranoia” e a quelli psicotropi di “Our Brave New World”.
“The Ecstacy Once Told” chiude il lavoro con un classico tema ‘morriconiano’ declinato in salsa psych. Davvero estatico come risultato. Come a dire: welcome back home from the sun.

Alessandro Zoppo