The Men – New York City

Sin dalla copertina sappiamo di che pasta sono fatti i The Men. Una batteria scarna, con le bacchette incastrate sulla cassa e delle pedane tonde a supportare l’equilibrio precario del tutto. Dietro, quattro foto in bianco e nero che ci mostrano la band di Brooklyn: dei speedfreak barbuti e lungocriniti che rispondono ai nomi di Nick Chiericozzi, Mark Perro, Kevin Falkner e Rich Samis, attivi dal 2008. Sullo sfondo, una New York post punk, libidinosa e perversa.

Hard Livin’ e Peace of Mind sono l’uno-due iniziale che sparano ad alto voltaggio, tra Dead Boys, Johnny Thunders e quella sporcizia che circondava il CBGB degli anni d’oro. Tutta roba buona che pian piano è filtrata nei canali di scolo, dritta nella fogna di Bare Wires, Apache e compagnia bella.

Un rock and roll selvaggio, triturato alla grossa e ridato in pasto alle nuove generazioni. D’altra parte cosa ci vuole per fare un bel pezzo rock? Un ritornello orecchiabile (“I want to be freeeee” in Eternal Recurrence e Matthew Melton è dietro l’angolo) che non ti molla più e la giusta storia da raccontare, magari la tua, così risulti ancora più spontaneo e sincero. Come in God Bless the USA, una stilettata punk (scelta anche come singolo di lancio) che dichiara un’appartenenza, un modo di vivere e di approcciarsi alla musica, senza freni, senza rimorsi.

Girato il lato del vinile, i The Men si rasserenano: i tempi si fanno più cadenzati e il groove riprende il comando. Con Round the Corner tornano in mente quei talentuosi hippie di Dzjenghis Khan, Parchman Farm e Wild Eyes, gente che è stata sul solco heavy psych rinnovandolo dall’interno, scongiurando il passatismo. C’è spazio anche per una ballata in preziosissimo stile americano, Anyway I Find You, e il disco si chiude con un’altra perla Sixties a nome River Flows, una canzone che non avrebbe sfigurato nella colonna sonora di Easy Rider.

Il suono di New York City resiste sulle sue radici e questo album ne è una dichiarazione d’amore. Disponibile in CD, LP gatefold e vinile bianco sul sito di Fuzz Club Records.

Eugenio Di Giacomantonio