THE QUARTET OF WOAH! – Ultrabomb

Per la serie: l’album che non ti aspetti. I Quartet of Woah! sono una gradevolissima sorpresa. Giungono da Lisbona dove si formano 2 anni fa e sul finire dello scorso anno licenziano “Ultrabomb”, disco d’esordio e vero e proprio melting pot sonoro. Il sound del quartetto risulta essere ricco e vario: si potrebbe inserirli nel calderone stoner rock ma risulterebbe riduttivo, perché le moltitudini di influenze si incrociano e danno vita ad un interessantissimo collage dove il fuzz è onnipresente, ma fa da contorno a molto altro. Il background della band parte evidentemente da certa psichedelia Anni 60, passa dai Beatles, dai primi Queen (in particolare nei momenti cui il gruppo ha un approccio più magniloquente), accarezza accenni di progressive e chiaramente vira allo stoner rock, quello di Clutch, Dead Meadow, Radio Moscow e Truckfighters. Il tutto è arricchitto dall’organo freakout, che li avvicina quindi ad altre realtà quali Royal Thunder, Orchus Chylde e Blood Ceremony, con un appeal meno occult rispetto a questi ultimi. Talvolta semmai riafforano echi di The Doors e Vanilla Fudge.”Ultrabomb” è un viaggio a ritroso che parte dagli Anni 60 ed arriva ad oggi attraversando tutte le ere, tra garage fuzz rock, psych pop, certo progressive, fino allo stoner odierno. Un lavoro di buonissima fattura che pone la band tra le più interessanti rivelazioni di questi ultimi mesi. La formula è di non semplicissima lettura e citare un brano o un altro cambierebbe poco, poiché ogni song ha una sua connotazione. Particolare menzione va comunque alla finale “U Turn”, che chiude degnamente l’album ed è tra i maggiori highlight dello stesso. Infine, il disco è un concept ispirato dall’omonimo libro per ragazzi “La ultrabomba”, scritto dagli autori spagnoli Mario Lodi e I.Sedazzari nel 1974, storia che si basa su una critica politico-sociale in un contesto immaginario. Insomma, un lavoro consigliatissimo!

Antonio Fazio