THE ULTRA ELECTRIC MEGA GALACTIC – The Ultra Electric Mega Galactic

The Ultra Electric Mega Galactic è un power trio dietro al cui nome si cela una sorta di supergruppo. Troviamo infatti alla chitarra l’Atomic Bitchwax ed ex Monster Magnet Ed Mundell, Rik Ferrante dei Sasquatch alla batteria e al basso Collyn McCoy (Trash Titan, Otep). L’idea sembra essere quella di un progetto free, ideale per dare sfogo ad interminabili jam, tradotte poi in brani separati. La proposta è hard rocking 70’s inspired stoner rock, che cita Jimi Hendrix e gli Hawkwind quali maggiori ispiratori. “Rockets Aren’t Cheap Enough” apre l’album con un riff insistito che riecheggia Rush e AC/DC macchiati di stoner, una song strumentale come l’intero album, eccezzion fatta per la successiva “Unassigned Agent X-27”, dove compare lo scrittore Harlan Ellison voce fuori campo. Un brano questo che fa da space intro a “Exploration Team”, sterzata stoner dove dare sfogo agli strumenti, compresi gli effetti pedals zeppi di feedback, wah wah e fuzz overdrive. Guest stavolta è Keith Gibbs, chitarra dei Sasquatch, a contribuire nei solos.”Get Off My Word” è un omaggio a Hendrix, caratterizzato da wah wah e groove a tonnellate. Tutti i brani del disco sorreggono l’espressività di Mundell e la sua backwards guitar. “7000 Years Through Time” è ancora stoner heavy psych jam in cui si libera la chitarra di Ed; con “The Third Eye” la band vola verso lidi space rock ed è l’influenza Hawkwind a spuntar fuori. Si materializza anche il passato di Mundell nei Monster Magnet: la canzone infatti è strutturata, lunga e più “controllata”, vivendo sul ventoso riff di chitarra. Momento cosmico che passa il testimone all’orientaleggiante “The Man with a Thousand Names”, dove il sitar ci conduce in un immaginifico mondo spirituale: non può che venir in mente il compianto Ravi Shankar. Dopo l’esperienza mistica ci si ributta nell’heavy sound con “Hello to Oblivion”, avvolgente stoner track che mette in mostra il lato progressive soul del gruppo e l’innegabile qualità tecnica di Ed, che qui mostra tutto il suo amore per Tommy Bolin. L’album si chiude con “In the Atmosphere Factory”: introdotta da emanazioni space, è un oscuro viaggio nei meandri dell’ignoto, altra grande prova dei tre.
Il disco d’esordio degli Ultra Electric Mega Galactic è un lavoro più che discreto. Se cercate un prodotto space jam psychedelic stoner rock strumentale, allora sedetevi, allacciate la cintura e partite. Destinazione: ignota.

Antonio Fazio