THREE MONKS – The Legend of the Holy Circle

Con i Three Monks ci inoltriamo nella cosiddetta “musica colta” e non è certo una provocazione: con la proposta dei toscani siamo distanti dal fervore rock’n’roll e dalle emanazioni lisergiche cui i lettori di Perkele sono avvezzi. Appendice doverosa per meglio introdurre il progetto, nato nel 2009 quando l’organista e compositore classico Paolo Lazzeri propone al bassista e discografico Maurizio Bozzi di comporre un album di toccate neogotiche per organo solo. Bozzi accetta l’idea e aggiunge di sperimentare il tutto con basso e batteria. Il risultato è “Neoghotic Progressive Toccatas”, edito dalla Drycastle Records con la collaborazione dell’attenta Black Widow. Roberto Bichi e Claudio Cuseri sono i due batteristi che si alternano nei brani. L’idea alla base dei Three Monks è quella di costituire un trio in grado di combinare sotto forma di progressive rock l’amore per la musica classica, lo stile neo-gothic ed il romanticismo germanico del diciannovesimo secolo. La band torna ora in studio per confezionare il secondo album, intitolato “The Legend of the Holy Circle”. A differenza dell’esordio – in cui a dominare era l’organo e i contenuti classici lo rendevano un’interessante opera prima di prog rock sinfonico – in questo caso allo strumento a canne si affiancano i synth e iconografia e ambientazioni abbracciano neoprog e venature dark. Questo secondo atto vede la formazione fedele alle forme barocche ma amplia l’attitudine magniloquente con lievi sapori dark dal gusto gothic spiritual, avvicinandosi anche a composizioni cinematiche grazie all’utilizzo perpetrato dei sintetizzatori.
Tra i riferimenti si può percepire l’influenza della grandeur di ELP, Van Der Graaf Generator, Goblin, Areknames, King Crimson ed il compositore Julius Reubke, di cui Lazzeri è stato studioso. Oltre che una riuscitissima sequela di progressive rock sinfonico strumentale dal gusto gotico, “The Legend of the Holy Circle” è anche un concept basato sull’eterna lotta tra Bene e Male. I monaci vengono spesso dipinti come personaggi sinistri o avvolti da un alone di mistero: Three Monks fu anche un film d’animazione di produzione cinese post rivoluzione culturale, realizzato a seguito della caduta politica della famigerata Gang of Four. Dubitiamo però vi siano attinenze tra i toscani ed il lungometraggio che narrava la storia dei tre monaci buddisti. In questo caso c’è buona musica per quelli che la vivono senza confini e barriere.

Antonio Fazio