Throw Down Bones – Two

I Throw Down Bones hanno impiegato tre anni per realizzare il loro secondo album, intitolato semplicemente Two. Tre anni spesi bene, perché la coldwave super psichedelica del loro disco d’esordio è diventata un frullato strumentale industrial four-to-the-floor techno (come scrive Fuzz Club Records, che pubblica il lavoro).

Francesco Vanni e Dave Gali hanno messo a punto una macchina micidiale. Cresciuti tra eccessi in una cittadina in mezzo alle Alpi, hanno trovato nei club londinesi la loro tana perfetta per sviluppare un concetto di musica ipnotica e godereccia. Dall’iniziale First Follower alla conclusiva Zero Day Exploit, le otto tracce di questo disco si posizionano in una strana linea di confine tra The Orb, Cabaret Voltaire e Fuck Buttons.

Meri riferimenti, sia chiaro, perché Frankie e Dave strapazzano EBM e noise superando i concetti stessi di experimental underground e psichedelia.

L’ascolto di Two è tanto un party acid-house da sballo quanto una seduta psicanalitica per comprendere fino in fondo la vita italiana di provincia.

Ce lo avevano già raccontato nell’intervista che abbiamo fatto loro prima dell’esibizione schiacciasassi all’Eindhoven Psych Lab 2016. Quando li abbiamo visti al Fuzz Club Eindhoven 2018, il loro trance rock liquido e aggressivo si era già trasformato in performance kosmische electronic tutta loop e droni. Oltre psych e trance rock, i Throw Down Bones sono oggi una creatura differente. Un essere notturno e sinuoso che ammalia e seduce con le sue movenze sexy e colpisce quando meno te l’aspetti.

È ancora centrale la produzione affidata a James Aparicio, uno che ai suoi Mute Records Studio ha registrato, tanto per fare qualche nome, Spiritualized, Liars, Nick Cave, Depeche Mode e Mogwai. Francesco spinge su pedali, amplificatori e synth analogici (che crea con la sua Noise Militia), Dave lo asseconda e colpisce dritto al cuore (del dancefloor).

In un mondo più giusto, Slow Violence e Golovkin (occhio al video al ritmo di Berger: potrebbe suscitare attacchi epilettici) sarebbero già singoli da classifica. Il trip ossessivo di Is This Us lascia senza fiato, quando arriva Known Unknown è davvero impossibile stare fermi. We Are Drugs ha un titolo che è tutto un programma (e lo ripete ossessivamente).

Tutto funziona alla perfezione in Two, un lavoro che conferma i Throw Down Bones come uno dei migliori gruppi italiani in circolazione. Se passano per un live dalle vostre parti, non perdeteli per nessuna ragione al mondo: have no doubt, this is dance music.

 

Alessandro Zoppo