TIKAL – Demo 2005

E’ una gradita sorpresa questo demo a nome Tikal. Soprattutto se si legge la bio della formazione romana e si scopre che è composta da Max (chitarra), ex membro degli Opium, Sergio (chitarra), Gianluca (batteria) e Alessandro (voce), tutti con passate esperienze sulle spalle tra cui quella degli Xkayp.Il nome Tikal è preso in prestito da una delle città simbolo dell’impero Maya e rimanda dunque ad un universo simbolico che vuole costruire qualcosa di nuovo, di vivo, di pulsante senza dimenticare le radici, la tradizione. E i quattro ragazzi di Roma ci riescono benissimo in questo demo d’esordio, combinando vari spettri sonori per un risultato che stupisce e lascia ben sperare per il loro futuro.

C’è forte un’impronta psichedelica, dettata da ampie pause strumentali che dettano tempi lisergici, agili passeggiate nel vuoto (l’intro di “Oblium”). Ma c’è anche la potenza e la forza del rock, quello più vigoroso e tonante. Il tutto costruito su impalcature abbastanza complesse, soprattutto grazie al prezioso lavoro svolto dalle ritmiche. Un termine di paragone può essere fatto con il sound dei Tool (specie nelle ottime fasi vocali di Alessandro), mentre dal punto di vista esecutivo viene spesso in mente l’eclettismo dei Mars Volta.
Insomma, gli ingredienti ci sono e la preparazione è adeguata, tanto che un brano come “Clochard” spinge e rallenta i tempi con intelligenza enorme. Di altissimo livello sono anche “Non grafic tautology” e “Oblium”, la prima caratterizzata una melodia azzeccata e da crude esplosioni elettriche, la seconda sospesa in un’atmosfera oscura e scossa dai riff acidi delle due chitarre (valide anche in fase solista).

Il primo passo è fatto. L’attività concertistica procede bene. I Tikal si candidano senza ombra di dubbio ad occupare un osto di rilievo nel panorama heavy psych italiano. Sostenerli è un vostro dovere.

Alessandro Zoppo