TOMORROW – Tomorrow with Keith West

I Tomorrow vanno considerati come una delle formazioni storiche e fondamentali non solo del rock psichedelico inglese, ma della psichedelia tutta. Con il loro unico album hanno disegnato una delle pagine più variopinte ed eccitanti dei tardi anni ’60 e possono essere accostati senza esagerazione ai Pink Floyd di The Piper At The Gates Of Dawn sia per importanza che per contenuti musicali: basti pensare alla presenza del leggendario Twink dietro ai tamburi, una sorta di eccentrico personaggio freak che ritroveremo qualche anno più tardi in una all star band con Syd Barret (!). A completare la formazione il vocalist Keith West, Steve Howe alla chitarra e Junior al basso.
L’album è aperto da un classico dell’epoca, la bellissima “My White Bicycle”, impreziosita dagli acidi colori del phaser della chitarra di Howe. Si passa poi per episodi ad alto contenuto lisergico come la contorta struttura di “Revolution” o l’incalzante “Real Life Permanent Vacation” ornata di mistici sitar. Un titolo come “Hallucinations” è probabilmente più che esplicativo, anche se va segnalata la sua contagiosa melodia. Fanno capolino anche episodi squisitamente hippie e sognanti come “Colonel Brown”, con echi dei migliori Beatles, o la dolce melodia di “Shy Boy”. “Auntie Mary’s Dress Shop” e “Three Jolly Little Dwarfs” sono coloratissime storie che farebbero felice qualunque fan dei primi Floyd (quelli con Barret) e va segnalata infine una cover a dir poco esaltante di quello che ritengo il più bel pezzo dei Beatles: “Strawberry Fields Forever”, resa qui con una maggiore enfasi visionaria e psichedelica, priva degli arrangiamenti ricercati e della patinata ultra-produzione della versione originale dei quattro di Liverpool, ma dal fascino irresistibile: un capolavoro!

A quanto detto va aggiunto che la ristampa oggi disponibile su CD è stata a dir poco impreziosita da alcuni inediti come “Claramount Lake” e “Why”, nonché versioni mono e alternative di “Real Life Permanent Dream” e “Revolution”. Seguono poi in coda l’unico visionario singolo edito dagli The Aquarian Age (un progetto di Twink e Junior), anch’esso impreziosito dall’aggiunta di un inedito: “Why”. A chiudere il tutto un paio di singoli dal sapore più melodico editi dal front man Keith West, per il quale la casa discografica aveva pianificato una carriera da solista.

Concludendo, questo album è un vero e proprio Capolavoro (sì, con la “C” maiuscola!) di quella che io definisco “prima era psichedelica”, forse meno conosciuto di altri classici, ma sicuramente fondamentale e per certi versi inarrivabile.

Bokal