TOTIMOSHI – Monoli

Arrivano da Oakland e sono alla loro terza uscita, questa volta su This Dark Reign/Devil Doll, dopo il convincente “?Mysterioso?”, edito da Berserker lo scorso anno. Si tratta dei Totimoshi, band che definire strana è un complimento: già dall’artwork e dai titoli dei pezzi si intuisce che c’è qualcosa di contorto nella loro musica…
L’ascolto infatti affascinerà di sicuro quelle frange estreme cresciute a pane e Melvins: il rock dei Totimoshi è oscuro, criptico, rumoroso, proprio come King Buzzo vuole…i nove brani (più una malatissima ghost track fatta solo di chitarra acustica e bisbigli vari) in cui “Monoli” si snoda viaggiano su velocità folli di stampo noisecore, rallentate solo in occasione di passaggi melodici e divagazioni strumentali che assumono deviate coloriture psichedeliche. A partire dall’iniziale “Vader” è un susseguirsi di ritmiche isteriche e chitarre graffianti, vocals rabbiose, brusche accelerazioni e break schizoidi. Saranno in molti a storcere il naso di fronte a pezzi malati come “The pigs are schemin’” e “Possum”, ma il valore di Antonio Aguilar (voce, chitarra), Meg Castellanos (basso, voce) e Don Newenhouse (batteria) è fuori discussione.

Rispetto al precedente disco inoltre il songwriting risulta molto più dinamico e variegato: tra una mazzata e l’altra si inseriscono infatti momenti di ampio respiro come la psichedelia roboante e decostruita di “Light lay frowning”, le zuccherose melodie tra Flaming Lips, Nirvana e Queens Of The Stone Age di “Make your day” e “You know” e la stravaganza strumentale di “The hero released from fright”.

Un disco strambo e fuori da ogni schema questo “Monoli”, quasi quanto l’immagine dei Totimoshi riprodotta nel retro copertina: inoffensivi e simpaticoni fuori, aggressivi e altamente tossici dentro…

Alessandro Zoppo