TRAVELING CIRCLE – Escape from Black Cloud
Alfieri della psichedelia, unitevi! Da New York i Traveling Circle sono pronti a farci esultare con il loro rock acido e sognante. Dylan (voce, chitarra), Josh (batteria) e Charlie (basso) mettono in musica la Terra, l’Acqua, l’Aria, il Fuoco, le nuvole, lo spazio profondo, le polveri stellari. “Escape from Black Cloud” è il loro secondo lavoro, edito da Nasoni Records dopo il già eccitante debutto omonimo del 2010. Dieci tracce per 40 minuti scarsi di psychedelic rock con i fiocchi, scritto in maniera sapiente ed eseguito con grande perizia. Si viaggia nel vero senso del termine con i Traveling Circle, trio capace di coniugare le asprezze del fuzz sound e la delicatezza del pop, oscure trame vocali e passaggi distorti e drogati, brusche fughe celestiali e dolci approdi nei meandri della psiche umana.”Higher”, “Closer” e la dopatissima “The Willow Tree Fair” sono trazioni ipnotiche e avvolgenti, mantra che elevano la mente a rinnovati orizzonti. “The Candlelight Sways” e “Rock This Feeling” hanno uno spirito pop che seduce e ammalia, come dei Queens of the Stone Age che si improvvisano seguaci di Twink, Love e Moby Grape. “Newborn Shadow” è uno degli episodi più stranianti dell’album, capace di fare il paio con la meravigliosa strumentale “Green Spider” e con le bellezze psicotrope di “Fountain of Time”. In chiusura “Conduit Is Closing” ci riserva una girandola di fuzz ora tosti, ora delicati, che preparano al gran finale di “Tears from the Soul”, summa di un intero universo sonoro, che poggia su riff reiterati, ritmiche paralizzanti, melodie a presa rapida ed un falsetto che pare provenire da una dimensione altra.
La scena di Brooklyn è sempre più ricca ed eccitante. Se Weird Owl, Bad Liquor Pond, Strange Haze, Heavy Hands, The Runaway Suns e compagnia underground sono il vostro pane quotidiano, provate i Traveling Circle: saranno la prossima droga per lunghi trip interstellari.
Alessandro Zoppo