TRUCKFIGHTERS / FIRESTONE – Fuzzsplit of the century
Prima uscita in casa Fuzzorama Records, nuova ed entusiasmante etichetta svedese (di Orebro per la precisione) dedita a sonorità stoner e psych. Come debutto non poteva mancare all’appello il classico split cd, in questo caso 10 brani divisi tra due promettenti realtà del panorama stoner svedese, i Truckfighters e i Firestone.
Sono i Truckfighters ad aprire le danze: si tratta di una band in giro da ormai tre anni, con all’attivo due demo, uno del 2001 (“Desert cruiser”) e uno del 2003 (“In search of the”). Il loro è un classico stoner fuzz rock di matrice kyussiana, influenzato dalla corrente svedese che fa capo a gruppi del calibro di Dozer, Demon Cleaner e The Awesome Machine. Brani come “Nitro”, “Helium 28” e “New woman” sono ricchi di fuzz e wah-wah, hanno melodie accattivanti e una carica che vi farà sobbalzare dalla poltrona sin dal primo ascolto. Pezzi diretti e compatti che viaggiano a mille e si contrappongono alle abili variazioni introdotte dall’iniziale “The special theory of realitivity” (lisergica e sghemba nel suo andamento) e dalla conclusiva “Valium”, lunga trance psichedelica che esplode in un finale tiratissimo, davvero da capogiro…
I Firestone, gruppo che ha già sfornato due convincenti ep (“Mexicon” nel 2001 e “Stonebeliever” nel 2003), seguono grosso modo la scia dei compagni di split, ma a differenza dei Truckfighters limitano al massimo la parti dilatate e danno ampio spazio ad una componente rock’n’roll vicina a quanto fatto ascoltare in Scandinavia da Sunride, Rite e Zerocharisma. Qualche accenno psichedelico lo concedono solo “High ride” e il finale di “Let the sky fall” (comunque bilanciati da chitarroni sempre bene in vista), mentre i restanti brani schizzano via veloci e ficcanti, incentrati su riff e fuzz infuocati (“Code to destroy”, “Planet remover”) e melodie azzeccate (splendida quella di “Megalomania”).
Ciò che manca è una certa personalità che può giungere solo con gli anni e la gavetta, per il resto entrambe le band riescono a convincere. Un plauso in particolare va infine alla Fuzzorama, nella speranza che tanto lavoro venga ripagato e non fallisca come molto spesso accade (leggi Man’s Ruin e Lunasound…).
Alessandro Zoppo