WARHEAD – Sky Fab

Purtroppo sono in pochi a ricordare “Sand’son”, disco che aveva rilanciato i Warhead dopo il periodo punk hc degli anni ‘80. Uscito nel 1998 sotto l’egida di Paul Chain (che l’aveva prodotto e ci aveva suonato), proponeva una band agguerrita e tosta, alle prese con un heavy rock psichedelico vicino allo stile di Spirit Caravan, Cathedral, Trouble e Monster Magnet. A nove anni di distanza da quel lavoro, il quartetto umbro torna in pista grazie alla Beard of Stars con il nuovo “Sky Fab”. Fabio Scipioni (chitarra), Walter Sacripanti (batteria), Walter Vincenti (basso) e Narayana Minozzi (voce) riprendono lì dove avevano lasciato: quaranta minuti di puro e focoso heavy psycho rock, mischiato abilmente al doom, allo stoner e al metal classico (anche se la cover electro trance di “Desert Plains” piazzata alla fine – Judas Preist anno di grazia 1981 – è piuttosto bizzarra).Il tempo pare non esser mai trascorso per i quattro. “Holyman in the Sun” è una opener da brivido, riff ‘sabbathiano’ e tempi mozzafiato. Così come il groove di “Atomic Zombie” e “Santa Pupa” o le melodie acide e affascinanti di “Messenger of Eternity”. Ci sono anche le dovute variazioni di stile che fanno dei Warhead una band abile in scrittura ed esecuzione: “Rocket Guru” scorre come una versione doomy dei Faith No More (!), “The Best Meditation” affronta a testa alta le acide asperità psichedeliche, “Power of the Sun” tra chitarre come macigni e ritmiche corpose brilla di glitter e luci quasi glam.
Insomma, “Sky Fab” è un album onesto e soprattutto ben suonato. Certo, non travolge per innovazione ma ci rende contenti per aver ritrovato una band che credevamo dispersa.

Alessandro Zoppo