BLINDMANN – Mind altering

I Blindmann sono una giovane formazione di Jyväskylä (Finlandia), nota cittadina ricca di università e per questo piena di fermento musicale in ambito rock. Nati nel 1999, giungono alla produzione di un primo CD l’anno successivo. Un secondo album è stato pubblicato nell’estate del 2002, mentre quello che andrò a recensire è il terzo lavoro autoprodotto quest’anno.
Il sound dei Blindmann sembra uscire direttamente da Seattle. Riff possenti sostenuti dalle due chitarre di Petri Lindström e Jussi Timonen. Cambi di tempo repentini, coadiuvati dall’ottima sezione ritmica composta da Vellu Virtanen al basso e Pasi Manninen alla batteria (recentemente sostituito con Pekka Rinne) e la splendida voce di Jussi Virkajärvi che riesce a coniugare James Hetfield e Layne Staley in un condensato di melodia e rabbia. La produzione è decisamente sopra la media per un lavoro autoprodotto mentre appare un po meno curato l’artwork.

Tra i vari brani risalta sicuramente “Cave” che combina, oltre alle predette qualità vocali di Jussi, una serie di riff grassi in pieno stile stoner. “The edge of the world” si spinge su canoni metal più consoni alla Bay Area di storica memoria Thrash, mentre “Paralyzing day” è sicuramente da annoverare come la song più oscura dell’intero album. Sonorità più sabbattiane con assoli che si rincorrono in un turbine metallico dalla potenza inaudita. “Would you give up” resta comunque il mio brano preferito, una colata di groove anni ’70 addolcita dal morbido arpeggio della sezione centrale. L’album si chiude con l’ottima “Human pawn” che a fronte di un intro che farebbe pensare ad una ballata, si trasforma in una cavalcata metal furibonda condita da fuzz guitar e assoli in pieno stile stoner.

I Blindmann hanno tutte le caratteristiche per poter firmare con una casa discografica. Riescono a convincere non tanto in virtù di un’originalità che sicuramente manca, quanto per la capacità di riuscire a miscelare quanto di meglio possa aver detto il rock negli ultimi vent’anni.

Peppe Perkele