TEARS AND RAGE – Welcome Inside

Davvero una lieta scoperta i Tears and Rage. Si formano nel 2002 da un’idea di Joe Santelli (voce, chitarre), accompagnato in questa avventura da Paolo Chiaia (tastiere, armonica), Marco Verteramo (basso) e Salvatore Greco (batteria). La voglia dei quattro è di riportare a galla lo spirito seventies che ha reso immortale il rock duro di quegli anni. Ecco dunque questo ‘Welcome Inside’, primo lavoro composto da otto tracce che si dividono tra hard, blues, southern e psichedelia. Numi tutelari Led Zeppelin, Cream, Free, Jimi Hendrix, Allman Brothers, con un occhio al revival odierno operato da altri cultori della materia come Black Crowes, Firebird e i nostrani Wicked Minds.Le canzoni del disco suonano toste e genuine, non certo originali. Il songwriting è infatti mosso da una sana passione e la registrazione, per quanto possa apparire calda (il disco è stato registrato quasi tutto in diretta), risulta accurata fin nei minimi dettagli. L’opener “Revolution in my head” è un biglietto da visita inequivocabile: hard southern con un chorus che leva subito il fiato. “I’ve looked for your eyes”, “Never” e “Ride the wind” proseguono sulla stessa marcia, piegandosi ad un bollente e vigoroso mood bluesy. “Empty glass” e la title track sono invece episodi dal tocco (sin troppo) pop imbevuti però di invitanti dilatazioni psichedeliche. Mentre “Lyn” e la seconda parte di “Empty glass” piazzano il colpo strumentale, percorso che i Tears and Rage affrontano scatenando i propri istinti, tra chitarre aggressive, ritmiche pulsanti e un hammond infuocato.
‘Welcome Inside’ è un disco affascinante e fresco, per quanto suoni ‘fuori dal tempo’. Vecchi sapori che non passano mai di moda.

Alessandro Zoppo