Spids Nøgenhat – Kommer Med Fred

«Veniamo in piace, siamo gli Spids Nøgenhat». “Kommer Med Fred”, attesissimo secondo album della formazione danese, arriva a ben 12 anni da “En Markelig Kop Te”. Con un nome preso in prestito da un universo acido a base psilocibina, il gruppo – nato nel 1998 come side project degli On Trial a cura di Lorenzo Woodrose, Henrik “Hobitten” Klitstøm e Morten “Aron” Larsen – torna sulle scene con un lavoro che farà la gioia di chi ama la galassia classica dello psych rock.

Otto canzoni di pura acidità sonora, in un tripudio di fuzz e distorsioni, folate di synth, melodie magnetiche e sognanti, ritmiche rurali e primitive. Un progetto nato per gioco e per passione, perché è impossibile recidere legami naturali quando si cresce ascoltando insieme certa musica. Edito dall’ormai gloriosa Bad Afro, “Kommer Med Fred” vede gli Spids Nøgenhat andare oltre lo sciamanico sperimentalismo di “En Markelig Kop Te” (a suo tempo ignorato dalla critica).

In questo nuovo disco ritorna in pieno lo spirito di On Trial e Baby Woodrose, complice l’ingresso in formazione di Anders “Moody Guru” Skjødt e Anders “Fuzzy Daddy” Grøn – sezione ritmica dei tempi di “Money for Soul” e “Love Comes Down”. Chiaro dove andare a parare: rock psichedelico ai massimi livelli. Meno sperimentalismo e jam ipnotiche, più melodia a spasso per boschi, spiagge e campagne.

L’attacco di “Mere Lys” suona chiaro: bastano una linea giusta di chitarra e la splendida voce di Lorenzo per chiudere gli occhi e sognare. “Lolland Falster” è l’inno della vera controcultura musicale degli anni Duemila, il ritorno alle radici. Che per l’occasione sono i paladini della scena hard psych danese dei primi Settanta: Alrune Rod, Røde Mor, De Fortable Spillemænd, Furekåben – omaggiati nella cover “Den Gennemsigtige Mand”, otto liquidi minuti di brividi lungo il corpo.

“Lever vi nu? ” è fatata e malinconica, “Spids Nøgenhat i Græsset” emana mistero e ardore blues (la “Almost Cut My Hair” di Morten Aron?), “Jorden Kalder” ci accarezza il volto con pennellate acustiche che fanno sciogliere il cuore ed aprire la mente. “Vand, Brød og Te” è l’orgasmo: attacco vincente, affondo morbido nelle nostre carni e con un tuffo eccoci sciolti nel grembo materno della psichedelia. Il chorus è quanto di meglio scritto da Lorenzo negli ultimi anni. Pelle d’oca e applausi a scena aperta, non prima di affidare la conclusione al mantra “Fred”. Concludete l’ascolto di questo disco e mettete immediatamente su “Far West” dei Master Musicians of Bukakke: il trip per il 2013 è servito.

Lorenzo & Morten, qui a bottega vi si adora. Grazie alla vostra musica il mondo è un posto migliore.

Alessandro Zoppo