Quando parte il riff di Turn Yourself On, canzone iniziale di Live in the High Desert tratta da Somera Sól del 2007, ci rendiamo conto che solo Brant Bjork ha quel feeling, quella genuinità e dolcezza tra tutti i membri superstiti dei Kyuss. Per dire, all’estremo opposto troviamo l’isterico Nick Olivieri e i suoi Mondo Generator.
Dopo ben 17 album in studio, sotto nomenclature diverse – Brant Bjork and The Bros, Brant Bjork and The Low Desert Punk, Brant Bjork and The Operators (quest’ultimo in duo con Mathias Schneeberger) – il nostro Low Desert Punk ha sentito il bisogno di pubblicare il suo primo album dal vivo andando a pescare in un rosa di oltre 200 pezzi. Ed ha scelto il meglio, non c’è che dire.
Basti sentire il poker iniziale per confermare che il buon Brant, in compagnia dei Bros, è in tiro. Il pubblico presente al Pappy & Harriet’s Pioneertown Palace (uno dei locali più eclettici e storici della California meridionale, situato nel deserto del Mojave vicino al Joshua Tree) omaggia caloroso.
Bjork, accompagnato dal compianto Dylan Roche al basso, da Max Raddings alla chitarra e da Giampaolo Farnedi alla batteria, traccia autostrade desert/space ipnotiche che ammalierebbero persino un sordo. Declama i suoi versi sulla libertà, sulla bellezza, sull’America che amiamo. Gioca con blues, funky (Doctor Special), hard dei Settanta e c’è pure lo spazio per il recupero di Hydraulicks (ultra dilatata, fino a sforare i 10 minuti) e Adelante, uscite a nome Ché (Brant Bjork + Alfredo Hernandez + Dave Dinsmore) ben 25 anni fa nell’iconico Sounds of Liberation.
Questo live, come ogni esibizione dal vivo genuina e ben riuscita, riesce a portarci a quella serata, facendoci sentire tutte le emozioni, il sudore e il calore tra la band e il pubblico. E di questi tempi, fidatevi, non è poco.
Notazione conclusiva: la versione in CD contiene due pezzi in più, questo grazie al maggiore minutaggio reso disponibile dal supporto. Sappiamo bene dell’amore che proviamo al cospetto del vinile, ma in questo caso consigliamo la versione ottico/digitale. Avrete una serata completa in compagnia del nostro beniamino.
Eugenio Di Giacomantonio
Voto: 8
Duna Records, 2025
Tracklist:
- Turn Yourself On
- Low Desert Punk
- ’73
- Too Many Chiefs
- Doctor Special
- This Place (Just Ain’t Our Place)
- Hydraulicks
- Freaks of Nature
- Miss My Chick/Ultimate Kickback
- Lazy Bones/Automatic Fantastic
- Adelante