Li abbiamo amati alla follia quando dal nulla, anno 2002, venne fuori un inaspettato gioiello come “Among the Monster Flower… Again” (se non lo conoscete correte subito a procurarvelo). Dopo quattro anni di snervante attesa e la parentesi del progetto Bomber, tornano finalmente i cinque extraterresti capitati per caso a Trondheim, un gruppo di folli marziani che ha scelto come nome Seid. Titolo del secondo lavoro “Creatures of the Underworld”, piccoli mostri che popolano un mondo di fantasia, colorato e immaginifico come un quadro di Hieronymus Bosch. E multiforme, variegata, assurda, ironica è la loro musica, un patchwork dove si incontrano/scontrano culture, idee, tradizioni diverse.
Lo spartiacque “Opus Vulgaris” divide un disco composto in due parti, sezioni ideali che tengono comunque insieme uno stile, fatto di psichedelia, hard rock, folk e progressive, stavolta preponderante rispetto al debutto. L’iniziale “Café Lola” dice già tutto: struttura caotica con coda balcanica, roba da manicomio musicale. La title track ha toni dark che spiazzano e una folle fuga giocosa (sembra di ascoltare i Mr.Bungle all’inferno…), “Swamp Doom” una melodia che incanta e diverte. “The Evil Gnome” è una tempesta di hammond e vocals cosmici, la psichedelia toccante e soave di “Dragons & Demons” è una mossa da maestri che riesce soltanto ai fuoriclasse.
“Do As You’re Told” apre la seconda fase dell’album: esplosioni fluorescenti come se i Deep Purple fossero stati sempre sotto LSD, tanto quanto la favola lisergica che “Moonprobe” mette in musica. “Starla’s Dream” è un sogno ad occhi aperti, di ‘beatlesiana’ memoria e filtrato da una sensibilità tutta progressive, con sapienti tocchi di sax a tinteggiare fini tessiture astrali. “Flight Towards the Sun” è il sigillo conclusivo, una cavalcata strumentale tra space e acid rock, sempre con quel tono onirico che rende il sound dei Seid una fiaba viva e pulsante.
Se si aggiunge che sul disco è presente anche il video di “Meet the Spacemen” – spassoso e dissacrante – si comprende come l’acquisto di “Creatures of the Underworld” sia assolutamente necessario.
Alessandro Zoppo