MOONLIGHT RECORDS

Intervista a cura di Roberto Mattei
Moonlight Records è una delle realtà più interessanti nel panorama heavy italiano. Di stanza a Parma, la Moonlight ha creato un circolo virtuoso: dello stesso brand sono infatti gli studi di registrazione Moonlight Studios e l’agenzia di booking Moonlight Agency. Distribuita in Italia da Masterpiece Distribution, Moonlight Records spazia dal folk al metal (Vallorch, Diabula Rasa, Kalevala, Morgan The Bard), passando per generi più estremi come il brutal death, il post hardcore ed il thrash (Under the Ocean, Explorer, Noise of Creation, Binary System Wins). Ovviamente il cuore risiede nelle uscite in bilico tra heavy psych, stoner e doom: sono stati prodotti dalla Moonlight i lavori di Throne, Prehistoric Pigs, King Bong, Electric Taurus, Shinin’ Shade, Avant-Gardener e Talisman Stone.
I soci della Moonlight sono Dorian Bones, fondatore e cantante di Caronte e Whiskey Ritual, e Andrea Giuliani, cantante e bassista di Talismanstone e The Coffeen, in società da novembre del 2012. È proprio Andrea a rispondere alle nostre domande.

Ciao Andrea. Quando e come è nata esattamente la Moonlight Records? Puoi farci una breve storia della vostra etichetta?
«L’etichetta discografica Moonlight Records è nata nel 2009 per volere di Dorian Bones che dopo aver inaugurato i Moonlight Studios a Parma, studi di registrazione professionali, ha parlato con Carlo Izzo, il nostro fonico storico, di un’idea per fondare l’etichetta, come conseguenza logica del lavoro iniziato tempo prima con la booking agency e con lo studio e le sale prova. Così è iniziata la vita della label e le prime produzioni che pian piano si sono sempre più indirizzate verso territori specifici come lo stoner, la psichedelia, il doom e il folk metal, oltre che ad alcune eccezioni, come l’ambient e l’avanguardia in generale, o altre branche del metal.
In questi cinque anni il percorso dell’etichetta è stato tutto in salita, siamo riusciti in così poco tempo a espanderci sia a livello promozionale che a livello di distribuzione nazionale e internazionale tramite i canali ufficiali. Un ottimo risultato in così poco tempo. Collaboriamo costantemente con riviste estere e italiane per interviste, recensioni e promozione come Terrorizer, RockHard tedesco e francese, oltre che con giornali storici nazionali come RockHard, Rumore, MetalHammer e Metal Maniac».

Come label vi rivolgete esplicitamente a band italiane che suonano stili non appartenenti ai trend vigenti, preferendo trattare generi più specifici. Quali in particolare e per quali motivi?
«Non ci rivolgiamo solamente a band italiane ma a band in generale provenienti da tutto il mondo; ovviamente per motivi geografici ci è stato più facile arrivare prima su band italiane piuttosto che straniere, ma abbiamo già con noi nel nostro roster gli irlandesi Electric Taurus ad esempio e ci allargheremo presto. E poi sì, preferiamo rivolgerci a band che suonino stili personali e non appartenenti a categorizzazioni che si rivolgano alle correnti mainstream che vanno di moda. Vogliamo personalità da una band.
Abbiamo spesso rivolto il nostro sguardo verso suoni e musiche, soprattutto negli ultimi anni, che si rifanno a quel calderone di stili che comprende il doom, il post metal creato dai Neurosis, il revival ’70, la psichedelia, le sperimentazioni in vari ambiti. Successivamente abbiamo iniziato a esplorare a livello discografico un genere fiorente come il folk metal che qui in Italia sta partendo in questi anni, e con ottimi risultati; siamo riusciti a collaborare e mettere sotto contratto tutte le più belle realtà del suolo italico».

Cosa deve avere una band per colpirvi significativamente, al di là del genere di appartenenza?
«Come dicevo prima, la personalità, la capacità di dire la propria in un genere o con uno stile personale. Spesso grazie all’esperienza mi basta ascoltare una band per qualche manciata di secondi su Internet, e capire che potrebbe interessarmi, o che non ha nulla in comune con il nostro percorso artistico; è il mio lavoro dopotutto, e così osservo meglio, guardo con attenzione il sito, scavo nel background e nell’immagine del gruppo. È una questione di intuito e feeling credo, la capacità di saper guardare un futuro possibile in ambito discografico per quella band e iniziare a immaginarlo… Questa credo sia la parte più importante di tutto il lavoro che facciamo io e Dorian: essere dei produttori competenti».

È indubbio affermare che gli spazi sonori che intendete sondare hanno trovato negli ultimi anni un po’ di terreno fertile nel nostro paese; reputi che questo possa ulteriormente espandersi?
«Sì, indubbiamente. Credo che soprattutto per il folk metal siamo praticamente all’inizio, ovviamente parlo per l’Italia: stanno nascendo lentamente svariate band, a fatica e con difficoltà, un po’ per il tipo di strumenti, un po’ per il numero di musicisti, non è facile formare un gruppo di questo tipo. Il folk all’interno del metal sta unendo anche gente che di solito non avrebbe mai apprezzato questo genere, e si sta creando un’apertura mentale nuova nel territorio italiano, e ti posso assicurare che non è una cosa da poco!
Per quanto riguardo invece stoner doom e quant’altro sono sicuro che dopo questi ultimi anni di ripresa ci sarà ancora tantissimo spazio per evolversi, ci sono sempre più band che ricercano il nuovo miscelando sonorità moderne al prog e alla psichedelia, all’hard rock dei 70 e al kraut e allo space rock».

Quali sono al momento le band del vostro roster? Facci una breve descrizione degli album pubblicati.
«Fra le band più interessanti che stanno mettendo a ferro e fuoco il mondo mediatico e il fronte live ci sono le nostre ultime uscite, band che sono cresciute con noi anche con svariati album. Gli SHININ’ SHADE ad esempio, ora che stanno per ultimare le registrazioni del loro prossimo disco, qui al Moonlight Studios sotto la regia del guru della consolle Carlo Izzo, e dopo l’assaggio dell’EP di quasi due anni fa, sforneranno un disco bomba che spero soddisferà i fan di gruppi come Blood Ceremony, Jex Thoth, Sleep ed Electric Wizard. Stanno facendo faville i PREHISTORIC PIGS con il loro album d’esordio “Wormhole Generator”, che è già diventato un album culto in Europa con il loro wall of sound strumentale fatto di fangoso stoner psichedelico, così come i KING BONG con “Space Shanties”, altro tassello stoner strumentale con lunghe divagazioni e impro funky space!
Altre nostre vecchie conoscenze come i rituali TALISMANSTONE, dopo gli ottimi consensi di critica di “Lovecraftopolis” stanno costruendo il nuovo disco, il terzo full album per l’esattezza. Credo sarà pronto a fine anno. I THRONE sono invece fra gli ultimi arrivi in casa Moonlight e ci portano tutto il fango del fiume Po, o del delta di New Orleans se preferite, sludge doom-core violento e ossessivo. Gli ELECTRIC TAURUS dall’Irlanda (con alle pelli il batterista degli inglesi Alternative4 e degli storici folk metal irlandesi Cruachan) stanno suonando in giro per l’Europa: il loro album d’esordio “Veneralia” è un misto di stoner doom che mescola heavy blues con i LeafHound, Black Sabbath, Sleep, Mountain, Cactus e Necromandus. Veramente eccezionali dal vivo! Poi anche loro da poco con il nuovo album sul mercato gli AVANT-GARDENER con “Free Land of Zirconia”, un must per gli appassionati di Corrosion of Conformity e dello stoner heavy blues più metallico.
Gli ULVEDHARR con “Swords of Midgard” sono l’apice della congiunzione tra tradizione norrena, paganesimo e violento swedish death metal old school con dosi massicce di epicità tra Amon Amarth, Unleashed e Dismember. Per quanto riguarda il folk metal, i DIABULA RASA con “Ars Medioheavy” hanno prodotto qualcosa di straordinario tra una ricerca oserei dire feticista per la musica antica mescolata con i suoni più duri e solenni del metal moderno. Infine, i VALLORCH sono la nuova rivelazione del folk metal italiano, e stanno mietendo molte vittime tra i fan, nonostante la giovane età sono delle macchine da guerra».

Le uscite sono prevalentemente su CD o anche in vinile?
«Prevalentemente le uscite fatte sino ad oggi sono in CD, in confezioni ricercate come il digipack piuttosto del solito jewel chase, ma nel futuro ci sono novità in arrivo per quanto riguarderà gli amanti del vinile».

Continuando brevemente con i dettagli tecnici e parlando ad esempio dell’artwork: curate voi la sua realizzazione, date carta bianca al gruppo o giudicate caso per caso?
«Spesso cerchiamo noi tramite il nostro studio grafico e altri collaboratori di creare un tema per l’album consultandoci anche con i musicisti, cercando di dare un valore primario alla grafica che per noi rappresenta la summa di un lavoro artistico quale può essere un disco. Copertine come quelle di Talismanstone, Shinin’ Shade, Throne, Prehistoric Pigs e King Bong sono qui a testimoniarlo».

Sarete anche interessati a pubblicare album “da riscoprire” del passato, come ad esempio incisioni inedite o autoprodotte, che magari hanno avuto scarsa distribuzione?
«Magari! Certamente rispondo di sì, anche se la ricerca e le energie da utilizzare in questo campo sono molte, e per ora non abbiamo nulla all’orizzonte. Mi piacerebbe ristampare tutto l’intero catalogo degli italo-sloveni Devil Doll, un must per gli amanti del brivido!».

Siete soddisfatti per ora delle reazioni del pubblico e della critica?
«Sì, sicuramente. In cinque anni di attività non possiamo che considerarci soddisfatti, ma questo non è un punto di traguardo, come ogni attività che si rispetti, guardiamo sempre avanti, al futuro, e a nuove idee. Ora abbiamo una buona distribuzione, un ottimo booking, e prossimamente ci saranno succose novità nella distribuzione in altri continenti. Siamo già negli USA tramite il più grosso distributore di musica stoner del loro continente!».

Qualche anticipazione sulle future uscite?
«Ultimi arrivati in casa Moonlight e vicini all’uscita sono ARTAIUS – tra il progressive ’70 e il folk metal – e i FOLK METAL JACKET (un nome geniale!) con il loro metal tinto di banjo. Tra non molto anche PRIMO VESPERE da Venezia ci diletteranno con un prog death metal di ispirazione barocca e violenta allo stesso tempo e gli ANGEROOT con il loro grezzo e violentissimo death core.
Poi in ambito più vicino a Perkele sicuramente i THE COFFEEN, che hanno appena registrato il loro EP d’esordio con un sano stoner punk di tradizione Saint Vitus, Motorhead e Hellhammer, e i TANGERINE STONED, dei giovani promettenti fedeli al culto dei The Doors e della psichedelia, a brevissimo nei negozi».

Avete intenzioni di muovervi anche nel panorama internazionale?
«Come ho detto in precedenza, lo stiamo già facendo, in Europa e in USA soprattutto. Si vedrà nel futuro imminente per altre zone del mondo come Giappone e Australia».

Col passare del tempo pensate di aprirvi anche a collaborazioni con webzine, riviste, festival, ecc?
«Certamente: da anni collaboriamo con riviste di settore come Rumore e RockHard, Metal Maniac e MetalHammer in Italia, abbiamo consolidato il legame che ci unisce a Terrorizer e RockHard francese e tedesco».

Ok, siamo arrivati in conclusione. Salutate pure Perkele.it come volete e lasciateci pure un vostro messaggio!
«Tenete duro e stringete alta la torcia viva e bruciante dell’underground! Non morirà mai!».