THE DECLINE EFFECT

Una furibonda unione di feeling blues, spirito hardcore e cuore stoner è il primo disco omonimo di The Decline Effect, nuova band di “Dirty” Dave Johnson dei Glasspack in combutta con i fratelli Mark e Chris Abromavage (Malignant Growth, Kinghorse) e Jae Brown. Ne parliamo con Dave e Tom Haile, produttore e fondatore della 28:48 Records, che ha pubblicato l’album.
Ciao ragazzi! Dato che siamo accaniti fan dei Glasspack, la prima domanda è d’obbbligo: ci sarà la possibilità di ascoltare un nuovo disco dei Glasspack e di quella strana, furiosa e meravigliosa creatura a nome Dirty Bird?

Dirty Dave: Ciao Eugenio, ciao a tutti i lettori di Perkele, ciao Italia. Un grazie a te e ai fan italiani e di tutto il mondo per continuare ad ascoltare ed esprimere interesse per i Glasspack e per i miei progetti musicali. C’è la possibilità di realizzare un nuovo disco dei Glasspack, un giorno o l’altro. Sfortunatamente, non posso darti una risposta precisa o i tempi di realizzazione al momento, tra l’altro mi piacerebbe farlo prima che diventi concime per le piante. Sono di nuovo impegnato nei miei studi accademici. Mi ritengo fortunato di aver finito il disco dei Decline Effect prima di tornare a questo tipo di impegni. Per quanto riguarda Dirty Bird, non sono sicuro che sia una band esistita veramente, se non nel paese delle meraviglie.
Il disco dei Decline Effect risulta molto più aggressivo delle tue precedenti uscite e si legge un’urgenza di far decomprimere la rabbia con pillole di due minuti. Il pezzo “Divide and Conquer” è esemplare in tal senso. È il momento storico, politico e culturale dell’intero pianeta che non permette derive escapiste psicadeliche? La musica deve tornare a quella carica eversiva e di opposizione al sistema?

Dirty Dave: Bella domanda. Senza alcun dubbio devo dire che questo è un periodo storico turbolento, pieno di conflitti economici e politici. Sembra che le forze che detengono il potere e il denaro stiano lasciando al resto della popolazione poco per sopravvivere. Ma penso che le persone, il gigante addormentato, si stia finalmente svegliando, specialmente in America. E questo è il primo passo. Sono orgoglioso di aver avuto la possibilità di cantare e di scrivere i testi dei Decline Effect, attraverso i quali posso accelerare questo risveglio per il bene dell’umanità. Valuto i diritti umani più importanti dei diritti di proprietà. Per questo adesso vedo un mondo molto ma molto ingiusto, pieno di disuguaglianza. È tutto intorno a me ed è anche parte di me. Comunque invece di lamentarmi, voglio agire. È stato facile puntare semplicemente il dito ed essere egoista. Ho pensato a lungo e i maniera intensa se essere solo “parte del problema o parte della soluzione”, per dirla alla MC5. A tal proposito sono tornato all’università per studiare legge, così posso aiutare le persone in modo pratico e funzionale.
Per quanto riguarda le tendenza alle fughe psichedeliche, ho lasciato quei giorni dietro di me. Non dirò mai che l’intero pianeta debba crogiolarsi in questi comportamenti quando qualcuno può alzarsi e fare qualcosa per cambiare il mondo. Ma combattere per il cambiamento non è per tutti. È facile per le persone ritirarsi dalla società e sentirsi alienati in un sistema dove parte della popolazione muore di fame e la restante parte mangia caviale 5 volte al giorno. Avrò sempre un posto nel mio cuore per l’evasione dalla mia vita da “Black Sabbath”, ma per me è arrivato il momento di andare avanti. Sono forte e critico nei confronti del mondo che mi circonda. Questo mi permette di svegliarmi e di aiutare le persone a servire una causa più grande piuttosto che semplicemente un’arte fine a se stessa. Trovo anche che i Decline Effect siano abbastanza cool nel sound aggressivo e nelle idee critiche. Molta musica psichedelica è una bella esplorazione sonora anche se autoreferenziale, in fin dei conti amo questo tipo di sound perché è utile a un fine più transitorio, che permette di fuggire momentaneamente dalla realtà. Tutti devono lasciare il mondo fisico almeno una volta. Mi hai colto nel mio giorno più filosofico: Capodanno. Di solito festeggio solo Halloween (morte) e Capodanno (vita).
Il vostro debutto mi ha ricordato esordi come quello degli Off! o di altri quali The Shrine e Hot Lunch. Una serie di band che pur mantenendo una componente hard Seventies, puntano verso un’estetica hardcore e DIY eighties. Vi riconoscete in una scena o è solo una coincidenza di ispirazioni tra le band?

Dirty Dave: Non penso che sia una coincidenza. Mark e Chris dei Decline Effect sono figli dell’hardcore americano degli anni Ottanta e sono rimasti fedeli alle loro influenze. Sono entrambi grandi musicisti creativi che hanno resistito alla prova del tempo suonando quello che gli viene in modo spontaneo, come l’onorevole Keith Morris. Tuttavia, il periodo dell’hardcore americano nei primi anni Ottanta conteneva una speciale atmosfera sociale che, in una certa misura, ha collegato i musicisti di quel periodo, esteticamente e, ovviamente, idealisticamente. Non ho intenzione di riprendere questa “speciale atmosfera sociale” che ha a che fare un po’ troppo con la noia e con quello stronzo di presidente che voleva giocare a fare il cowboy. Penso che ci possa essere qualche influenza reale tra le band, ma Mark (che scrive la maggior parte dei riff nei Decline Effect) è così unico che è difficile definirlo come risultato di coincidenze casuali, proprio perché ha suonato con i Circe Jerks e con i Minor Threat.
Anche la nostra città, Louisville, ha una forte tradizione di band originali e indipendenti con un filo estetico in comune. Si potrebbe forse chiamare una “scena”. Ma a me proprio non piace la parola perchè i gruppi della mia città sono molto diversi nella forma. Mi sembra, tuttavia, che l’hardcore stia morendo come il resto del rock’n’roll, ancor di più quando un sacco di appassionati dell'”hardcore” di oggi sembrano piccoli bambini borghesi con tagli di capelli terribili, scarpe da ginnastica bianche e jeans attillati. Potrei sbagliarmi a causa della mia età, ma sono sicuro che la maggior parte di loro sono un mille miglia lontani dai Bad Brains o dai Dead Kennedys. Tuttavia, so per certo che sono ancora più lontani dai DRI.
Come va col nuovo ruolo di cantante? Che aria tira nella famiglia Decline Effect?

Dirty Dave: Mi piace cantare e scrivere testi. Però, non è un “nuovo” ruolo per me. Mi ero reso conto che questa parte fosse stata trascurata nei Glasspack per lasciare spazio alle mie parti di chitarra, per fare da babysitter ai musicisti e per un milione di altre cose. La mia vena artistica si era persa nei Glasspack, ora l’ho ritrovata nei Decline Effect. Questa band si diverte con poco e non crea nessuna scocciatura. C’è poca pressione e quando ci siamo messi insieme per registrare il disco, tutti sono stati coinvolti in ogni parte, come in una famiglia. Nessuna spesa è stata risparmiata, nessun secondo di tempo è andato sprecato, nessuna idea messa da parte. Tutto è stato esposto, discusso e criticato. Per me questa band è un’esperienza molto diversa da quella avuta nei Glasspack. Tutti i membri dei Decline Effect si ascoltano l’un l’altro, danno valore ai pareri degli altri, e lavorano sodo per raggiungere gli obiettivi. Avere un sacco di tempo a disposizione è una pratica avventurosa di evasione per il fine settimana, da trascorrere intorno a una birra, alle chiacchiere tra amici e alle condizioni climatiche estreme di Louisville. È sicuramente uno dei migliori 2 o 3 dischi che abbia mai fatto. Questo album è il tredicesimo in cui sono stato coinvolto nel corso della mia vita. Sono molto orgoglioso. E la parte più importante per me è Jae, il nostro batterista. Perché? Perché una band è valida come il suo batterista. E noi abbiamo il migliore. Capita.
Un’ultima curiosità: il nome della band è un riferimento al significato scientifico attribuito solitamente a questo termine?

Dirty Dave: Credo di sì. Chris, il nostro bassista, ha messo a votazione quel nome. Dopo altri circa venti, cento, milioni di nomi, la band ha votato quello all’unanimità. Penso che si adatti perfettamente alla natura critica dei miei testi. Verità scientifiche più solide di quante non svaniscano nel tempo. Le persone pensano di poter controllare tutto, ma non riescono a rendersi conto che non possono. L’unica costante nella nostra esistenza è il cambiamento. Anche le verità matematiche sono soggette a dissolvenza, come il pi greco. Solo perché oggi 4 + 4 fa 8 non è detto che sia necessariamente così all’infinito. Accade. The Decline Effect potrebbe significare molte cose teoricamente, ma per me significa avere una visione critica del mondo. La critica negativa è sorella di un cambiamento positivo.
Consigliaci qualche buona band che stai ascoltando in questo momento e promettici che tu e Tom farete di tutto per far suonare i Decline Effect in Europa e in Italia!

Dirty Dave: Buone band che sto ascoltando? Non ascolto molta musica nuova. Non riesco a trovare molte cose che mi piacciono. Le band più recenti che ascolto sono Dead Meadow, Totimoshi, Melvins, Witch Mountain, Devil to Pay e High on Fire. Tuttavia posso dire che MC5, Bad Brains e Pink Floyd non lasciano mai il mio stereo. C’è una band doom metal impressionante a Louisville in questo momento, gli Stonecutters. Dategli un ascolto: www.facebook.com/stonecuttersky. Mi piacerebbe fare un tour in Italia, certo. Vorrei prendere un giorno o due di vacanza solo per visitare Pompei e vedere gli affreschi. Vorrei promettervelo insieme a Tom e vorrei fare tutto il possibile per fare un tour in Italia e in Europa, ma questo non significa che ciò possa accadere. Oggi la Terra ha ancora una volta completato il ciclo intorno al Sole. Poteva non necessariamente accadere, e può essere che non accadrà l’anno prossimo, ma è accaduto. Pace.
Nel press kit che accompagna l’uscita del disco c’è una sentita presentazione della label e dei suoi presupposti che colpisce molto per la genuinità e chiarezza. Parlaci di te, della tua storia di appassionato ascoltatore e di come questo possa essere coerente con il music business.

Tom Haile: Vengo da una lunga dinastia di musicisti. Mio nonno era costruttore di violini e banjo e suo fratello era un liutaio. Ho suonato il sassofono tenore dal 1987 al 2001. La musica è la mia vita. Sono stato coinvolto nella scena musicale locale qui a Louisville dal dicembre 1988 al 1994. Ho anche suonato in alcuni gruppi. L’unico che ha fatto qualcosa è stata una band chiamata Deadline. Abbiamo registrato nel 1993 una versione da disadattati di “Return of the Fly” per una compilation locale di cover dei Misfits. Dopo la morte di Kurt Cobain e dopo che molti degli amici con cui suonavo si sono sposati o sono andati al college nel 1994, mi sono concentrato sulla scena metal europea di band come The Gathering, Amorphis, Within Temptation, Tiamat. Nel 2011 ho sentito che Mark e Chris Abromavage stavano suonando di nuovo insieme con il nome di Decline Effect. Hanno suonato il loro primo concerto nel settembre 2011. Ero così meravigliato! Ho chiesto a Mark se potessi far uscire il loro disco e lui ha detto dargli un po’ di tempo. Beh, dopo solo pochi mesi, ho parlato con ‘Dirty’ Dave e hanno accettato di far uscire insieme il disco. Ho sempre voluto portare avanti un’etichetta e con i Decline Effect è stato un gioco da ragazzi. Mark è stato un idolo per me dai tempi in cui suonava con i Kinghorse e ho apprezzato la sua band precedente, con suo fratello Chris, chiamata Malignant Growth. Ho avuto l’ispirazione quando sono andato a Memphis, TN, e a Clarksdale, MS, in un viaggio blues. Ho sentito tanta grande musica soprattutto su vecchi dischi graffiati. Ho cercato di non farlo accadere alla nostra storia musicale locale. Sono davvero orgoglioso di questo disco, lo dico sinceramente.
28:48 Records: ora impossibile ma può darsi che sia l’ora giusta! Cosa bolle in pentola per le prossime uscite?

Tom Haile: Beh, sto lavorando su una raccolta di brani di una band locale chiamata Minare, ma ne sto ancora ultimando i dettagli. Ho anche altre due band ancora sconosciute. Per saperne di più andate sulla nostra pagina Facebook.

Eugenio Di Giacomantonio