I Throw Down Bones rinascono con Three, titolo tautologico del loro terzo album e della rinnovata formazione, da duo a trio. Inutile spiegare quanto sia stato difficile per Francesco Vanni realizzare questo lavoro dopo Two e tutto quello che è successo. Oltre al supporto costante di Fuzz Club Records e dell’amico e produttore James Aparicio, Francesco ha trovato nella bassista Marion Andrau e nel batterista Raphael Mura la forza e l’alchimia giusta per far fronte alle avversità ed elaborare l’addio a Davide. È la forza dell’arte, c’è poco da girarci attorno.
Naturalmente il risultato, come di consueto strumentale per “interrogare l’ascoltatore” e metterlo nelle condizioni di “trovare una risposta dentro di sé in base alle sue esperienze e alla sua sensibilità”, è più oscuro dei precedenti capitoli. La mistura di psichedelia, elettronica heavy, industrial, kraut rock, noise e dark ambient è sporca e infernale. Sono pochi i momenti di luce: la speranza pulsante di The Holy Mountain Still Shines, la dolcezza contemplativa di Breathe Memories.
Per il resto, dall’iniziale Half Life alla conclusiva The Guidance passando per i riottosi singoli Optichrome e Loma, Three è un disco di buio e rumore, fondato sul contrasto perfetto tra il bianco ed il nero. Da una parte il dolore, la notte, l’inafferrabile; dall’altra il rinnovamento, il giorno, il concreto. Insieme si totalizzano e fanno andare avanti Three verso un accordo forte e attraente.
Throw Down Bones, Three per ricominciare
Lo stile dei Throw Down Bones è diventato duro, ruvido e a tratti violento. I suoni sono metallici, a volte più acidi (nelle aperture celesti di M.F. Heaven) e altre più storti e spezzati, come nel caso della soffocante Signal to Noise. In questo disco sembra essersi persa la componente techno di Two, che riappare in forme parecchio diverse tra loro, rendendo il tutto molto vario e naturale.
Altro che resilienza, odioso e abusato termine preso in prestito dal mondo della fisica per trasformare le persone in materiali (ovvero consumatori) capaci di assorbire qualsiasi colpo sferrato da chi vuole uccidere ogni identità. Three dei Throw Down Bones ribadisce qualcosa di così scontato e naturale da apparire sconvolgente nel mondo globale di oggi: siamo esseri umani, capaci di affrontare la vita, i suoi urti e avvenimenti traumatici. Non lasciatevi incantare dal suo portato di naturale rabbia e ostilità. Nonostante un esito tanto distorto e stratificato, dentro questi nove brani c’è un grido melodioso che merita di essere ascoltato.
L’edizione speciale in vinile (300 copie numerate a mano) è disponibile come al solito sul sito di Fuzz Club.
Alessandro Zoppo