MANO-VEGA – Nel mezzo

Un lavoro che parte da molto lontano ‘Nel mezzo’, disco d’esordio dei Mano-Vega. Un album concepito e prodotto tra il marzo del 2004 ed il febbraio del 2010. Gestazione lunga e immaginiamo stressante per Valerio D’Anna, voce piano synth e programmazioni del gruppo di Isola del Liri (provincia di Frosinone). A collaborare con Valerio troviamo Giovanni Macioce (chitarra) e Lorenzo Mantova (basso), coadiuvati dal vivo da Andrea Scala alla batteria. Un trio che si pone in equilibrio tra elettronica, (math) rock, progressive deviato e psichedelia cibernetica. Un equilibrio che a volte si dimostra precario perché il gioco riesce in parte: se i rimandi al lavoro estremo e visionario di Trent Reznor e dei suoi Nine Inch Nails sono abbastanza espliciti, spesso è la materia prima che manca. Le canzoni. Lo si evince sin dalle prime composizioni: “Ondanomala”, “La prova del vuoto” e “Nel mezzo” sono contenitori che ben presto mostrano d’essere vuoti, arricchiti da testi curati ed intelligenti (e cantare in italiano non è mai facile) e da dinamiche elettroniche piuttosto suggestive.Le cose migliorano con “Sfere” e “Magnum opus”, brani che dimostrano una certa personalità (specie nelle trame strumentali) e soprattutto un distaccamento da modelli sin troppo abusati. Troppo confusi e forzati sono invece i dieci minuti di “Sinestesia”, così come le derive à la Bluvertigo di “Opus”. Il finale è affidato alla liquida “Dal nero al bianco”, che con “Dal rosso al blu” forma un dittico sinestetico che pare evocare l’universo filmico dei ‘tre colori’ di Krzysztof Kieslowski.
C’è ancora molto da migliorare in questa odissea di Segni, Numeri e Sfere. Per adesso a funzionare sono l’impianto strutturale dei Mano-vega, il concept di base ed il bellissimo artwork gelido di Luca Evangelista.

Alessandro Zoppo