Samavayo

Il prossimo festival della Setalight Records (Berlino, 7 settembre) darà il via al Burning Soul Tour 2013, che vedrà impegnate le band Samavayo e The Grand Astoria, per voi recensite dalla sottoscritta su Perkele, in un serrato muoversi mitteleuropeo con qualche raid al sud. Oltre a Zagabria, quando parlo di “sud”, sono previste anche quattro date in Italia, tra il 25 e il 28 settembre. Un po’ per curiosità, un po’ per rispetto, un po’ perché ne vale la pena davvero – andarli a vedere intendo – un po’ per informare l’italico pubblico dell’opportunità, un po’ perché se lo meritano (ci sta…), faccio una chiacchierata con loro, in uno dei parchi più belli e intensi della città.

«Ci vediamo a Treptower Park?». «Ok». Incontro – dopo un’estenuante giornata di lavoro (per entrambi) – Andreas Voland, bassista dei Samavayo e titolare della Setalight Records, in questo mausoleo a cielo aperto. Non c’ero mai stata. Fortunatamente la giornata è uggiosa, è agosto inoltrato e non c’è molta gente. Solo un paio di persone che tentano di fare sport sulle gradinate, nel caso Rocky Balboa volesse una rivincita. Ci sediamo vicino alla grande statua – Gatsu sovietico, enorme… guerriero con la spada e il bambino in braccio, fulcro del parco, centro del monumento ai caduti dell’Armata Rossa – e tra una chiacchiera e l’altra, le domande cominciano a sorgere spontanee, tra bastone e carota.
Qualcosa del tipo: «Senti – insomma – perché qualcuno dovrebbe venire a sentirvi suonare live? Dammi qualche buon motivo». Ne avevo chiesti cinque, ma mi limiterò a farne un compendio. Andreas cerca di spiegarmi il livello energetico di un concerto dei Samavayo, che per dirla tutta hanno da poco rivisto la formazione e suoneranno nella più rock’n’roll delle formazioni, in tre. Un’esperienza divertente e intensa, che vale la pena di essere vissuta. Un’affermazione con la quale concordo, senza fare una piega. Inoltre divideranno il palco con The Grand Astoria, che dopo un tour estivo serrato (e ancora un tour precedente) continuano a girare per l’Europa senza fermarsi.

A questo punto con nonchalance lancio su questo tavolo metaforico, un bel tre di bastoni: «Cosa ti aspetti da questo tour?» «Beh, prima di tutto vorrei sopravvivere al Burning Soul Tour. I Samavayo sono ben rodati, abbiamo suonato tantissimo negli ultimi 13 anni, in giro per l’Europa: piccoli club, grandi festival… Abbiamo fatto molta esperienza. Però è la prima volta che facciamo una cosa del genere. 23 giorni, 18 concerti. Il ritmo è serrato. Gli Astoria sono abituati a questo tipo di esperienza, ma noi – pur avendo girato parecchio – non lo abbiamo mai fatto in questo modo. Testeremo la resistenza, le nostre condizioni, la stanchezza… E ovviamente ci divertiremo parecchio».

Segue una domanda un po’ spinosa, forse. Voi suonate da 13 anni. Come mai quando c’è stata la possibilità di fare questa cosa, qualcuno mi ha risposto: «Ah, i Samavayo? Ma suonano ancora?».
«Dopo il primo album, “Death. March. Melodies!”, alcune scelte sbagliate a livello di managment e via dicendo ci hanno tagliato un po’ fuori dalla scena “stoner”. Abbiamo registrato un EP che è passato inosservato, perché si trovava solo nei banchetti live del merch e quindi a un certo punto è come se il pubblico avesse perso un ingranaggio dei Samavayo. Abbiamo fatto degli errori, ma anche acquisito esperienza: in fondo abbiamo avuto la possibilità di suonare in grandi festival, di essere passati per radio popolari e così via. Adesso stiamo riprendendo a fare ciò che amiamo e il titolo dell’ultimo disco, “Soul Invictus”, si riferisce proprio a questo. Oltretutto penso che la scrittura del nostro cantante sia maturata e si sia arricchita di una potenza nuova, in questo lavoro.
A un certo punto si era anche pensato di cambiare nome, ma non sarebbe stato corretto. Molte band lo fanno. Dopo un flop cambiano nome, mischiano qualche formazione e riemergono. Ma non ci è sembrato coerente. Siamo i Samavayo, e siamo ancora qui. Adesso stiamo sperimentando un nuovo modo di comporre. Per il nuovo disco, avendo meno possibilità di provare insieme
(il batterista della band in questo momento vive in un’altra città per ragioni di studio, nda) le canzoni non nascono più dalle jam session, come eravamo abituati a fare. Ognuno cerca di buttare giù un’idea, di per sé, e poi la propone agli altri, che ci lavorano su. È un altro passo, una dimensione nuova. Vedremo».

Devo dire che stimo il progetto Samavayo per la coerenza. E per la passione. E perché, sono bravi ragazzi. Come il resto della fauna musicale germanica, non se la tirano. Non fanno le rockstar and so on. Per concludere e finire la birra senza dover continuamente lavorare (pensiero personale) faccio la paracula. La faccio bene, chi mi conosce lo sa, e in questo caso ho dimostrato di non aver perso smalto. «Senti, quattro date in Italia. Avete già suonato, sicuramente, in Italia. Dimmi qualcosa in proposito. Impressioni, varie ed eventuali. Le band di solito vengono volentieri da noi…». «Beh sì, è stato un po’ di tempo fa. Nel 2009 se non ricordo male. Sempre nel nord della penisola. Ricordo che siamo arrivati (il concerto era più o meno nella zona di Garda) e non c’era nessuno. Stanchissimi, abbiamo pensato “Oh cazzo”… Abbiamo montato gli strumenti, ci siamo preparati. E non c’era nessuno. Abbiamo cominciato a suonare davanti a cinque persone… Ma dopo pochissimo, c’era un sacco di gente sotto al palco. È stato bello, siamo ripartiti quasi subito, ma ci siamo presi bene». (Perdonate la licenza poetica di traduzione di questa localissima espressione terrona, ci stava tutta, nda).

Se vi capita – quindi – fatecelo un salto: leggete la recensione di “Soul Invictus” qui su Perkele e andate a vedere i concerti. Compratevi pure un po’ di merchandise che non fa mai male, ed è in fondo l’unico soldo che date alla band in maniera diretta. Davvero, non sto scherzando.

Le date italiane del Burning Soul Tour 2013 Samavayo + The Grand Astoria saranno:

25 settembre a Torricella Verzate (PV) @ Pelle d’orca Pub
26 settembre a Torino @ Lavanderie Ramone
27 settembre a Riva del Garda (TN) @ Lochness Pub
28 settembre a Savona @ Raindogs House

In fede,
S.H. Palmer