Dopo gli EP “Fronde” (2007) e “Sacralità” (2009), i mantovani Sinezamia hanno debuttato nel 2012 con l’esordio “La fuga”. All’inizio del proprio cammino il gruppo appariva come una delle più interessanti realtà underground indicate per i nostalgici della Wave italiana ottantiana (con richiami ai primi Diaframma e Litfiba). Oggi, dopo “La fuga”, le influenze Wave sono appena percettibili, sovrastate dal muro di suono tipicamente hard rock da subito evidenziato dall’irruenza della pregevole traccia d’apertura, “Ghiaccio nero”. Probabile che ciò sia dovuto al fatto che la maggior parte dei brani sono composti dal nuovo chitarrista Federico Bonazzoli e dal bassista Marco Beccari, provenienti da ambiti hard rock/metal. Residui echi dei Litfiba si avvertono esclusivamente nel cantato di Marco Grazzi, simile a quello di Pero Pelù. Ascoltando più volte l’album viene alla mente un gruppo ed un album storico datato 1985: The Cult, “Love”. Specialmente nelle tracce più rock e dinamiche come le mitiche “Nirvana”, “Rain” e “She Sells Sanctuary”. Le tastiere sono sacrificate nel risultato finale del suono, un peccato perché quando viene dato loro il giusto spazio compositivo vengono fuori i brani migliori, come la cadenzata “Nella distanza”, la dinamica “Ombra” o la misteriosa “Venezia”, legame col passato del gruppo sia a livello di songwriting (presente nel precedente EP “Sacralità”) che di sonorità e atmosfere.
A circa un anno di distanza dall’album, i Sinezamia sono tornati nel 2013 con l’EP “Senza fiato”, contenente due nuove canzoni. Una scelta inusuale per questi tempi, in cui i gruppi mettono on line ogni singola nuova nota composta di modo da darla in pasto agli amici (ormai è dura definirli fan). I due nuovi brani proseguono la linea tracciata da alcune song del disco precedente, indurendo ulteriormente alcuni arrangiamenti, lasciando le tastiere di Carlo Enrico Scaietta come unico legame verso la Wave italiana degli Ottanta sulla quale il gruppo aveva posto le sue basi originarie. Molto bella in particolare la title track (si notano i notevoli progressi di Marco Grazzi alla voce), traccia davvero efficace nell’alternanza fra l’ombrosa atmosfera delle strofe iniziali e l’energica melodia dell’azzeccato refrain. La versione CD è limitata a 200 copie numerate.
Marco Cavallini