Yawning Man – Long Walk of the Navajo

È sicuramente l’album più astratto degli Yawning Man, questo Long Walk of the Navajo. Una stupenda planata tra i cieli di Joshua Tree, senza limiti o prescrizioni, lasciando andare una volta per sempre la forma canzone. Basta guardare la tracklist: tre pezzi per un totale di 38 minuti ed il gioco è fatto.

Da segnalare il rientro in formazione di Billy Cordell al basso, che prende il posto dell’amatissimo Mario Lalli (accanto ai soliti Gary Arce e Bill Stinson), e l’avvento di Steve Kille (Dead Meadow) in cabina di regia. Long Walk of the Navajo è appunto l’album più astratto degli Yawning Man, ma a ben vedere la definizione può essere perfezionata: è un lavoro art rock tout court.

La title track, posta in apertura, è l’emblema del disco, con un Gary Arce ispirato come non mai, pronto a far scrosciare sull’ascoltatore un effluvio di note riverberate. Quindici minuti in cui il nostro tesse la trama visiva per raccontarci appunto il lungo cammino dei Navajo, veri nativi d’America, di stanza nell’Arizona settentrionale.

La successiva Respiratory Pause segue le orme del brano iniziale con i suoi tredici minuti e mezzo di svolgimento e qui, come recita il titolo, galleggiamo su sonorità sospese ed evanescenti che tendono a disegnare un paesaggio onirico, ricco di colori psichedelici.

Il finale (un pezzo nato spontaneamente in studio, rivelano note dei credits) è una cosa che non ti aspetti dagli Yawning Man, almeno da quelli classici di un cult come Rock Formations: feedback e distorsioni in sottofondo minano la quiete dei fraseggi melodici, tingendo l’aria con qualcosa di oscuro e sinistro. La sabbia è diventata colore rosso sangue.

Gli Yawning Man sono una religione e quindi non resta che obbedire alla splendente bellezza delle loro composizioni. Per ascoltatori lontani dal desert rock, questo album, così libero e senza schemi, potrebbe essere un percorso difficile e scostante. Sicuramente è da considerarlo in coppia con l’altro di imminente uscita, Volume One del progetto battezzato Yawning Balch per la presenza, insieme ai nostri, di Bob Balch, glorioso chitarrista di Fu Manchu e Big Scenic Nowhere. L’edizione in vinile di Long Walk of the Navajo è disponibile sul sito di Heavy Psych Sounds Records.

Eugenio Di Giacomantonio

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